Nel giugno del 2023, durante gli screening di routine, viene diagnosticato a Lorenza un tumore al seno. La dottoressa che si occupava del suo caso le spiega che le cure necessarie alla guarigione avrebbero causato la perdita dei capelli.
«Per me perdere i capelli è stato più pesante che la malattia stessa». Il suo fisico ha ben tollerato le chemio e i medici sono stati attenti a spiegarle passo per passo cosa le sarebbe successo,
la perdita dei capelli per lei è stata la parte più complessa da dover gestire. Aveva bisogno di aiuto ed in queste circostanze ha incontrato la realtà di Vivay.
«Io volevo una cosa che fosse un tutt’uno con il mio corpo, volevo che non si vedesse la differenza, mi serviva un qualcosa che mi facesse sentire come prima»
Come sei venuta a sapere dell’esistenza di Vivay e delle tricoprotesi personalizzate?
Un’amica, che si era trovata precedentemente nella difficile situazione di Lorenza, le racconta di Vivay e della sua esperienza positiva. Lorena aveva già vagliato diverse altre soluzioni, come ad esempio una parrucca sintetica, ma nessuna l’aveva convinta a pieno, perciò decide di seguire il consiglio dell’amica. La qualità dei materiali con la quale è prodotta la tricoprotesi e l’attenzione alla cura del team Vivay la spingono, in fine, a scegliere questa soluzione.
Hai scelto di applicare la tricoprotesi in modalità fissa o semifissa?
L’idea di vedersi calva spaventava molto Lorena: «non mi sono mai vista calva, per me era proprio un ostacolo anche solo l’idea, per questo ho preferito applicare la tricoprotesi in modalità fissa».
Il team si è occupata del taglio, evitando a Lorena di vedersi allo specchio prima dell’applicazione della tricoprotesi. Quando Lorena si è specchiata di nuovo ha potuto rivedere se stessa. «Ci sono persone che reggono benissimo l’utilizzo di turbante e cappello, ma io consiglio fortemente l’utilizzo della tricoprotesi proprio per un aspetto psicologico a tutti coloro che vivono male la perdita dei capelli, qualsiasi sia la causa»
La caratteristica della tricoprotesi Vivay(link alla pagina della tricoprotesi) che ti ha più colpito
«Il fatto che puoi fare tutto con lei, nel senso che non hai limiti». Lorena ci racconta di come lei abbia continuato a svolgere la sua vita: andava a lavorare, faceva yoga, metteva il cappello d’inverno piuttosto che la cuffia, scendeva dall’auto quando pioveva senza preoccuparsi di dover coprire la testa. «Per me era come avere i miei capelli».
Come ti sei trovata a praticare lo yoga indossando la tricoprotesi?
Molto bene. Lorena ci spiega che non ha mai avuto problemi e che soprattutto la solidità della tricoprotesi le garantiva serenità. «Alcune posizioni, come il cane a testa in giù, dove devi appoggiare la testa sul tappetino, le facevo in tutta serenità. Io mi muovevo tranquillamente».
Come hanno reagito le persone vicino a te alla tricoprotesi Vivay
Lorena ci racconta della sua vita quotidiana e del suo lavoro di impiegata che implica, in alcuni momenti, un contatto con il pubblico. Le persone che non erano a conoscenza della situazione non hanno mai notato la differenza tra la sua chioma naturale e la tricoprotesi in quanto Lorena ha scelto colore e taglio esattamente uguali a quelli che aveva prima della diagnosi.
Consiglieresti la tricoprotesi a donne nella tua situazione? Se si perché?
«Sicuramente la consiglierei» in quanto la qualità dei materiali la rende completamente diversa dalle parrucche artificiali che molte spesso vengono proposte alle donne dagli ospedali.
Il momento della ricrescita dei capelli
Lorena inizialmente indossava la tricoprotesi in modalità fissa, adesso invece i suoi capelli naturali stanno finalmente ricrescendo e il team Vivay le ha spiegato come affrontare questo percorso. Ora Lorena indossa la sua tricoprotesi in modalità semifissa, così la può mettere e togliere in totale autonomia ogni volta che vuole. Quando i suoi capelli avranno raggiunto una lunghezza a lei gradita semplicemente smetterà di indossarla.