Cristina ci racconta come la sua malattia l’abbia costretta a ricorrere alla chemioterapia e di quanto l’idea degli aghi e della perdita di capelli la spaventasse. Si è quindi dedicata ad una scrupolosa ricerca online per provare a trovare una soluzione alla calvizie a cui sarebbe andata in contro. Alla fine ha trovato Vivay: avendo subito apprezzato la promessa di non vedersi mai calva ha contattato telefonicamente il team Vivay che le ha spiegato accuratamente cosa le sarebbe successo una volta iniziata la chemio e come loro sarebbero intervenuti nell’applicazione della tricoprotesi in tempistiche studiate sulla sua perdita di capelli.
La cliente ha deciso di cambiare colore e taglio di capelli: ha fornito tutte le indicazioni al team che ha preparato una tricoprotesi su misura. Una volta indossata la nuova chioma ha deciso di tenere i capelli più lunghi di quanto avesse previsto data la naturalezza della protesi: «Li ho lasciati lunghi, con un po’ di frangia, tanto belli erano. Mai uscita soddisfatta dalla parrucchiera, ma da lì sono uscita soddisfatta. Ho proprio i capelli che avrei sempre voluto».
Intervista giugno 2023
La caratteristica della tricoprotesi Vivay (link a pagina “la protesi”) che ti ha più colpita?
«Taglio, colore e struttura del capello, tutti e tre non possono sceglierne uno». Cristina ci spiega che la combinazione di questi tre elementi conferisce alla tricoprotesi una naturalezza incredibile, da lei molto apprezzata. «Sono migliorata rispetto a prima, mi sento più bella».
Dovendo affrontare diversi cicli chemioterapici, la cliente dovrà portare la tricoprotesi per molto tempo quindi la garanzia di una lunga durata del prodotto è un fattore fondamentale per lei.
Pratichi sport (link alla storia di Mariemma) indossando la tricoprotesi Vivay?
«Io faccio fisioposturale da due anni e mezzo». Si tratta di uno sport simile al pilates. Durante la pratica la signora indossa la sua personale tricoprotesi: nonostante la lunghezza dei capelli e la posizione distesa sul tappetino non ha riscontrato particolari problemi.
Come hanno reagito le persone vicino a te alla tricoprotesi Vivay?
Cristina ha deciso di non raccontare a nessuno l’utilizzo della tricoprotesi; solo suo marito, i suoi due figli e pochi amici intimi sono a conoscenza delle sue condizioni. «I ragazzi sono giovani e molto critici, ma entrambi hanno detto “hai dei capelli proprio bellissimi!”». Tutti quelli che l’hanno vista con il nuovo look le hanno fatto i complimenti: «chi non sa che sono malata pensa che siano i miei capelli e che abbia cambiato taglio; chi lo sa mi ha detto che non ha mai visto una parrucca così bella. Ho ricevuto veramente tantissimi complimenti!».
La signora ci racconta di quando ha festeggiato il suo compleanno: i circa 30 invitati si sono complimentati per la bellezza dei suoi capelli. «Mi dicono che son più belli di quelli che avevo prima, beh è così la realtà». Alcuni hanno pensato che Cristina avesse cambiato parrucchiere e le hanno pure chiesto a chi si fosse rivolta per avere quello strepitoso risultato.
Anche le infermiere che la seguono durante le terapie le hanno detto che ha fatto benissimo a rivolgersi a Vivay in quanto «si vede che è diversa dalle parrucche, si distingue. Non si vede che è una protesi e, anzi, hai dei capelli bellissimi».
«Mio cognato che aveva fatto il trapianto di capelli, mi ha detto che sono davvero bellissimi e che mi hanno fatto un lavoro eccezionale, diceva che non si stancava mai di guardare la mia chioma!»
La vita quotidiana con la tricoprotesi
Cristina ci parla della semplicità con cui si prende cura della tricoprotesi. Utilizzando la spazzola durante l’asciugatura, i capelli risultano lisci e privi di nodi. «Sono stupendi anche da pettinare, sono pratici. I miei avevano un sacco di nodi».
Come sei venuta a sapere dell’esistenza di Vivay e delle tricoprotesi personalizzate?
Cristina ha trovato Vivay navigando su internet e, invogliata dalla promessa di non vedersi mai calva, ha contattato il nostro team. Racconta di essere stata in vari negozi e di aver provato diversi tipi di parrucche: nessuna le era piaciuta. «Erano tutte ordinarie, carine sì, ma non mi soddisfavano come dicevo io. Qui mi hanno risolto tanti problemi che mi assillavano la mente».
La cliente tiene ad evidenziare l’affidabilità del team Vivay: «tutto è stato fatto come viene descritto sul sito: tutto è stato rispettato, questa è una cosa che vorrei proprio sottolineare».
Ti sei mai vista senza capelli? Come è stato quando ti sei vista la prima volta con la tricoprotesi?
Cristina spiega come fosse spaventata all’idea di vedersi calva e come il team Vivay si sia adoperato per evitarle questo trauma.
Grazie alla buona conoscenza della terapia alla quale la signora ha dovuto sottoporsi, il team ha saputo descriverle come si sarebbe svolta la perdita dei capelli. Insieme hanno concordato che quando Cristina avesse iniziato a vedere la cute si sarebbe recata nella sede Vivay per tagliare i capelli rimasti e applicare la tricoprotesi. Avendo una chioma molto folta prima del trattamento chemioterapico, la cliente ha spostato due volte l’appuntamento per l’applicazione della tricoprotesi, cambiamenti accettati senza indugio dal team.
«Anche se non riuscivo più a tenerli sciolti, avevo ancora tanti capelli il giorno in cui ho applicato la tricoprotesi»: il team ha eseguito il taglio seguendo una serie di procedure che hanno evitato a Cristina di vedersi calva. Lo specchio è stato oscurato ed è stata posizionata una cuffia sulla testa della cliente. Quando la donna ha visto nuovamente il suo riflesso, la tricoprotesi era già stata applicata e il suo viso era incorniciato da una folta chioma.
Consiglieresti la tricoprotesi a donne nella tua situazione? Se si perché?
«La consiglierei a chiunque, perché evita il trauma di vederti senza capelli, in più i te li fanno meglio dei tuoi». Cristina sottolinea l’ottimo lavoro svolto per lei, ma anche l’affidabilità del team Vivay: «Tutto quello che hanno detto mi hanno fatto, sono uscita soddisfatta».