Felicia: un safari di emozioni

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Felicia è una ragazza avventurosa e solare che ha deciso di raccontarci il percorso che l’ha portata a conoscere Vivay. Ci racconta che, ricevuta la diagnosi oncologica, ha subito chiamato una sua amica che era già stata cliente di Vivay. «Ho smesso di piangere quando ho saputo che la soluzione alla calvizie a cui andavo incontro sarebbe potuta essere Vivay». Felicia ci spiega che i capelli possono sembrare un aspetto superficiale, ma per lei non era così: «era una cosa fondamentale per riuscire ad affrontare “il tutto”». Felicia ci parla dei suoi capelli ricci che ha sempre tinto di un rosso accesso, «Michela è stata bravissima a capire che la mia identità non era legata al riccio, quanto piuttosto al colore rosso che il team Vivay ha saputo mantenere, anzi me lo ha fatto più bello!». Questo è stato fondamentale per Felicia in quanto le ha permesso di conservare la propria identità, guardarsi allo specchio e riconoscersi. «All’interno di un percorso che ti sconvolge, dentro e fuori, che ti cambia e ti trasforma, vedermi sempre ordinata con i capelli a posto mi ha permesso di sentirmi sempre me stessa».

Come ti sei trovata a svolgere le tue attività indossando la tricoprotesi Vivay?

Felicia ha scelto di indossare la tricoprotesi in modalità fissa. «Io sono una persona che fa tante cose, non mi fermo mai!». Felicia è molto allegra mentre ci racconta che insieme alla sua tricoprotesi ha addirittura fatto un safari: «avevo finito la chemioterapia e quindi quest’estate sono partita, sono andata in Sud Africa e ho sempre indossato la mia tricoprotesi, non mi ha dato problemi neppure duranti il safari». Felicia ci riferisce che ha indossata la tricoprotesi anche sulle giostre a Gardaland «pensavo che si sarebbe staccata e invece no, è rimasta sempre al suo posto». Anche al mare la sua chioma Vivay non ha creato problemi a Felicia, e nemmeno durante le lezioni di pilates che l’hanno accompagnata nel percorso di guarigione. «Non mi è mai pesato indossarla». La tricoprotesi risultava comoda anche nell’igiene quotidiana: Felicia poteva lavarsi i capelli direttamente sotto la doccia «mettevo lo shampoo normalmente come se fossero i miei capelli».

Ti sei trovata a tuo agio con il team di Vivay?

Felicia è sinceramente contenta dell’operato del team di Vivay. «Un rapporto dal punto di vista umano che non mi sarei mai aspettata,  mi hanno proprio accompagnato durante il percorso». L’atmosfera nei centri Vivay è piaciuta molto a Felicia: «ti rassicurano sempre, anche quando arrivavo alcuni giorni da loro che ero stravolta e stanca, hanno sempre cercato di tirarmi su di morale, sono stati proprio come una famiglia». Inoltre, Felicia ha molto apprezzato l’esperienza dimostrata: «Vedendo loro tante persone con il mio stesso problema a volte erano più esperti dei medici»

È stato difficile raggiungere la sede di Vivay più vicina a te?

Felicia ha indossato la tricoprotesi per un anno. Durante questo periodo, una volta al mese, si recava in un centro Vivay per fare la pulizia della protesi e il colore, quando era necessario. «Per me era comodissimo recarmi al centro Vivay». Il mercoledì il team Vivay è presente nella sede di Loreto, Felicia abitando a Milano, prendeva appuntamento in quella giornata: «poche fermate di metro ed ero arrivata». «Sono stati sempre flessibili con gli orari, in base alle mie esigenze ci siamo sempre messi d’accordo».

Hai potuto usufruire di sovvenzioni per l’acquisto della tua tricoprotesi?

Felicia ci racconta che ha aderito ad un bando di Regione Lombardia: «caricando la documentazione medica e la fattura mi hanno rimborsato 400 euro». La tricoprotesi viene considerata dalla regione un presidio medico fondamentale per i malati oncologici.

Come hai deciso di togliere la tricoprotesi?

Mentre parliamo Felicia ci riferisce di aver tolto la protesi poco più di una settimana prima del nostro colloquio: «Non è stato facile toglierla, devo dire la verità, mi ero abituata a questo capello bellissimo». Spesso si pensa che sia difficile abituarsi ad una tricoprotesi, invece per Felicia è stato difficile separarsene, ma, ci spiega, fa parte del percorso per tornare alla normalità. Lei ha aspettato che la sua chioma naturale fosse completamente ricresciuta prima di rinunciare alla sua chioma Vivay. «Ho aspettato parecchio, fino a quando i miei capelli sono arrivati ad una lunghezza che mi piaceva». Tiene a specificare che durante il periodo della ricrescita non ha riscontrato problemi nell’utilizzo della sua tricoprotesi «non mi dava per niente fastidio». Avrei potuto tenerla ancora, se avessi voluto avere i capelli ancora più lunghi. Per questa ultima fase Felicia è passata alla modalità mobile.

Consiglieresti Vivay?

«Assolutamente sì!»

Felicia sa che ognuno reagisce in modo diverso ad una diagnosi oncologica, ma secondo lei «il non apparire malata agli altri e a sé stessi aiuta a reagire meglio, la consiglio per questo. Durante il percorso io mi sono sentita bene e bella e ricevevo almeno una volta giorno complimenti per i miei capelli». Felicia ci spiega che molti pensavano fossero i suoi capelli naturali: «Chi non sapeva pensava fossero i miei, se c’era confidenza parlavo della protesi per far conoscere questa soluzione». Molti di coloro a cui Felicia ha confidato di indossare una tricoprotesi sono rimasti sorpresi spiegando che se non fosse stata lei a parlarne non se ne sarebbero mai accorti.

La cosa che hai apprezzato di più della tricoprotesi

«Il capello naturale di cui è fatta, che può essere trattato esattamente come faresti con i tuoi». Felicia ci riferisce che apprezzava molto il poter acconciarsi i capelli come voleva a casa sua, utilizzando gli strumenti di sempre (phon e arricciacapelli).