Prenditi Cura di te nasce dall’esperienza di Simona Laudani, oggi presidentessa di questa splendida associazione: tre anni fa, all’età di soli trent’anni, le viene diagnosticato una rara forma di tumore al seno. Simona racconta la sua esperienza spiegando come il suo intento sia sempre stato quello di prendere la malattia con positività, ma nonostante questo il difficile cammino delle cure le mostrano una difficile realtà: un ventaglio ampissimo di problemi, che chi, fortunatamente, non ha mai dovuto affrontare questo tipo di percorso, non può neanche immaginare. Prenditi cura di te nasce proprio da quest’esperienza di smarrimento: Simona decide di fondare un’associazione che aiuti le persone che, dovendo affrontare un temibile avversario come il cancro, hanno bisogno di supporto e consigli su tantissime situazioni nuove e sconosciute.
Qual è allora l’obiettivo primario di Prenditi cura di te? Creare una rete di informazioni e collaborazioni in grado di migliorare la vita di chi sta combattendo contro un tumore.
Il primo progetto dell’associazione è nato da una presa di coscienza di Simona, oggi presidentessa di Prenditi cura di te: nel periodo più intenso delle cure i pazienti hanno a disposizione fisioterapisti che li aiutano nel praticare esercizio fisico funzionale alla loro situazione. Nei mesi seguenti i medici consigliano caldamente di praticare attività sportiva, ma un paziente oncologico non può semplicemente iscriversi in palestra. È necessaria una figura professionale specifica a cui potersi rivolgersi, ma come fare a trovarla? Ecco che nasce la necessità di una rete in grado di indirizzare e consigliare il malato verso i chinesiologici, questi professionisti, non sono ancora riconosciuti a livello sanitario, ma sono in possesso di una laurea magistrale specifica per consigliare esercizi fisici funzionali a diverse malattie croniche, non solo oncologiche.
Simona tiene a specificare che Prenditi cura di te si rivolge a uomini e donne con qualsiasi malattia invalidante e cronica, non solo a malati oncologici. La mission dell’associazione è dare una panoramica, il più ampia possibile, sui servizi, le agevolazioni e le opportunità esistenti fornendo scontistiche su di essi. Per questo collabora con diverse associazioni del territorio come, ad esempio, Insieme Umbria contro il cancro, F.A.V.O e F.A.V.O donna.
«Rendere la persona libera di poter scegliere», questa è la missione di Prenditi cura di te!
Ecco che in questa rete di associazioni utili si inserisce Vivay, in quanto rappresenta un’opzione di livello per tutte quelle donne che desiderano ritrovare la gioia di guardarsi allo specchio. Nasce così la collaborazione tra Vivay e Prenditi cura di te: Vivay ha il privilegio di essere inserita all’interno di questo network virtuoso, andando ad arricchirlo, e garantisce alle associate di Prenditi cura di te uno sconto del 10%.
Ma non finisce qui…
Vivay sponsor di Cicatrici rivelate
Simona ci ha raccontato come è nato questo bellissimo progetto che ha in cantiere ormai da tre anni, da quando ha subito un’operazione invasiva durante la quale le sono stati anche asportati capezzolo e areola.
Dopo un periodo variabile dall’operazione, la donna a cui è stato rimosso il capezzolo può sottoporsi ad un intervento per la ricostruzione di quest’ultimo e, in seguito può farsi tatuare l’aureola. Qui il percorso di Simona si complica. In Umbria questo tipo di tatuaggio può essere eseguito solo da personale medico. All’inizio Simona era convinta di voler completare questo tipo di percorso, ma l’idea di farsi tatuare da personale medico cozzava con la sua personalità artistica. Inoltre, dopo la malattia, l’ospedale era diventato per lei un luogo ostile dal quale preferiva tenersi lontana: l’idea di tornarci per una cosa sua, personale ed estetica, non le piaceva per niente.
«È scattata in me una cosa strana, se fino a quel momento mi ero guardata allo specchio, mi ero accettata, non avevo ansie e non avevo mai provato disagio per il mio corpo, perché dovevo completare il percorso per forza come volevano loro? Ho provato una sorta di repulsione».
Simona ha cominciato a provare una forma di insofferenza, una forma di rabbia per mancanza di ascolto: «tu donna devi essere sempre giudicata, per essere completa, per essere a posto, dovevi per forza fare quello, e invece no! Perché puoi benissimo non farlo! Puoi anche semplicemente rimanere con la TUA cicatrice. Non sta a nessuno dirmi cosa devo pensare, cosa è meglio per me»
È in questo contesto che Simona scopre un’associazione francese che regala tatuaggi alle donne operate al seno e l’idea di personalizzare la sua cicatrice inizia a piacerle: «tatuaggio per tatuaggio allora me lo scelgo io!». Simona non ha mai avuto problemi con la sua cicatrice, ma solo lei conosce cosa ci sta dietro, ed è per questo che ha voluto deciderne lei e lei soltanto. «È giusto che le persone si sentano ascoltate, soprattutto in questi frangenti, nessuno deve obbligare, nessuno deve dire “DEVI fare così”».
Da qui nasce l’importante idea dell’accettazione: la base su cui si fonda il progetto “Cicatrici”, una mostra itinerante di foto. All’inizio si pensava di coinvolgere solo donne operate al seno «per renderle libere di raccontarsi». Contemporaneamente Simona ha trovata la tatuatrice alla quale ha deciso di affidarsi per personalizzare la sua cicatrice «amando l’arte e la natura ho scelto dei papaveri, ho personalizzato quel percorso con qualcosa che mi piaceva!». Parlando con la tatuatrice Simona riflette: durante le sedute lei si sente a suo agio, non si vergognava del proprio corpo, della SUA cicatrice. «non era un nascondere o coprire la cicatrice era semplicemente un fare mio quel nuovo corpo, quel nuovo dettaglio di me». La tatuatrice rimane piacevolmente sconvolta dall’atteggiamento di Simona e le racconta che ci sono tante persone che avendo dei segni, delle cicatrici, più o meno visibili non accettano il loro corpo e decidono di coprire, di nascondersi con un tatuaggio. Da qui la decisione di aprire la mostra a tutte quelle persone che hanno dei segni dovuti a traumi: «proprio per raccontare che ognuno di noi ha un percorso, una vita diversa e va rispettata nella sua unicità. La bellezza è anche quello: non siamo tutti uguali e va bene così, non dobbiamo sentire di dover corrispondere a nessuno standard!».
Cicatrici rivelate prende forma
Diciassette donne, tra cui Simona, hanno deciso di posare mostrando le loro cicatrici e la loro storia, dando vita a una raccolta di scatti molto particolari e di grande effetto.
Il fotografo, Simone Rossi, in collaborazione con Federico Gentilini, l’art director, ha lavorato per creare un progetto dall’identità forte e innovativa: amare il proprio corpo e la storia che racconta attraverso i suoi segni più particolari, le cicatrici.
Le fotografie delle donne saranno stampate su pannelli molto grandi in bianco e nero, l’effetto risulterà davvero particolare e intrigante.
Inoltre, la Dott.ssa Liuva Capezzani, psiconcologa, ha raccolto le impressione delle modelle durante e dopo gli scatti, analizzando le emozioni che quest’esperienza catartica ha avuto su di loro.
La mostra partirà ufficialmente a dicembre. Le tappe non sono ancora tutte definite, ma sicuramente questo percorso itinerante comprenderà: Perugia, Trevi, Foligno, Siena ed Ascoli Piceno.
La particolarità e gli splenditi propositi di questa mostra hanno toccato nel profondo il team di Vivay che ha quindi deciso di diventare parte attiva nella sua nascita: Vivay è uno degli sponsor che ha permesso a Simona di realizzare questo progetto, atto a sensibilizzare il pubblico rispetto all’unicità dei corpi e all’accettazione di questi in quanto tele sulle quali si inscrive la storia di ognuno di noi.
Presentazione ufficiale del progetto
Presso la sede de Il Corriere dell’Umbria venerdì 22 dicembre 2023 l’associazione Prenditi cura di te ha organizzato una conferenza stampa con l’intento di presentare ufficialmente il progetto Cicatrici rivelate. Vivay è stata felice di partecipare a tale evento, un’occasione per sottolineare l’unicità di ogni donna e l’importanza di accettare sempre sé stessi.
Contatti