Anna, ci racconta che ad aprile del 2024 ha scoperto di dover affrontare un percorso chemioterapico «Ero davvero preoccupata perché sapevo che uno degli effetti sarebbe stata la perdita dei capelli, non dico fosse l’unica cosa che mi turbava, ma era quella che mi pesava di più, avevo 29 anni e pensare di dover rinunciare ai miei capelli mi ha distrutto». Anna spiega che era abituata a vedersi in un certo modo, a piacersi, e quindi la paura che l’ha investita era quella di non piacere più a sé stessa in primis, ma temeva anche che il suo modo di rapportarsi con gli altri sarebbe cambiato. «È bruto da dire, ma quando una persona è senza capelli la si vede in un modo diverso, si tende anche a trattarla in un modo diverso».
L’incontro con Vivay
Anna domanda aiuto a sua madre, alla quale chiede di trovarle una soluzione che lei in quel momento non si sentiva in grado di ricercare. «Avevo il rifiuto, non volevo saperne nulla». La madre scopre di Vivay in rete: la vicinanza della sede ha giocato un ruolo non indifferente nella scelta in quanto in poco più di mezz’ora Anna sarebbe riuscita a raggiungere la sede Vivay di Milano.
Il team Vivay
Anna conosce Paolo la prima volta che si reca nella sede di Milano: «Da subito è stato super gentile ed esaustivo e devo dire che una volta uscita da questo incontro io ero molto più serena». Anna non voleva una parrucca che dovesse mettersi di giorno e poi togliere la notte «io non volevo mai vedermi senza capelli». Il team Vivay le propone la tricoprotesi in modalità fissa che avrebbe esaudito il desiderio di non doversi mai vedersi senza chioma «mi hanno spiegato che avrei potuto indossarla anche in mare durante l’estate!».
In seguito alla consulenza svolta con Michela relativa a taglio e colore dei capelli, Anna sceglie una tricoprotesi che sia fatta ad immagine e somiglianza dei suoi capelli naturali. «In realtà sono molto più belli dei miei! Più lunghi e più folti!»
Anna ci riferisce che ha apprezzato molto il fatto che non ci fossero specchi quando ha applicato la tricoprotesi e che il team ha svolto tutto il lavoro senza che lei si vedesse mai riflessa nello specchio senza capelli.
La caratteristica più apprezzata
«Il prodotto che offre Vivay, secondo me, è ottimo e mi sento fortunatissima ad aver trovato questo centro: è il meglio che si può avere per affrontare una calvizie».
Anna ci racconta che ha tenuto la tricoprotesi tutta l’estate, anche durante i suoi lunghi bagni in mare. «Io faccio surf e avevo paura che in mezzo alle onde qualcosa sarebbe andato storto, all’inizio indossavo anche un cappellino da pescatore sopra perché mi dava più sicurezza, ma poi un giorno me lo sono dimenticato ed è andato tutto bene lo stesso!». Anna è rimasta molto soddisfatta perché «è andato tutto benissimo, la tricoprotesi non ha mai perso aderenza neanche nel mezzo dell’agitazione delle onde del mare! La si può tenere sempre, si può fare davvero qualsiasi cosa!»
Le reazioni alla tricoprotesi
Anna ci racconta divertita di aver incontrato delle sue conoscenti: «mi hanno visto a maggio e mi hanno chiesto che cosa avessi fatto ai capelli per farli diventare così belli, non volendo raccontare della mia malattia mi sono inventata di aver fatto dei trattamenti alla cheratina».
Anche gli oncologi le hanno fatto i complimenti per la naturalezza della sua tricoprotesi, hanno apprezzato anche delle ragazze in clinica che le hanno chiesto stupite se quelli fossero i suoi capelli naturali
«Il risultato è ottimo, nessuno può accorgersene se non sei tu a raccontarlo»
Verso la fine del percorso
Anna ci racconta che ha sempre lavato da sola la sua tricoprotesi e che questa rimaneva pulita e in ordine anche per otto giorni «Sono sempre perfetti, si tengono molto meglio di quelli naturali». Nonostante ciò, Anna non ci nasconde che inizia a sentire la mancanza dei suoi capelli naturali e che con il team Vivay ha già progettato con lei le prossime mosse. I suoi capelli stanno iniziando a ricrescere e presto passerà da una gestione in modalità fissa (applicata con idrobenda) ad una in modalità mobile della stessa tricoprotesi, per permettere la ricrescita della sua chioma naturale al meglio, ma senza dover rinunciare alla tricoprotesi prima di aver raggiunto la lunghezza desiderata.
La tricoprotesi: un Dispositivo Medico
Anna essendo residente in Lombardia ha potuto usufruire di un contributo erogato dalla Regione che ha potuto utilizzare per coprire in parte il costo della tricoprotesi dato che questa è riconosciuta come Dispositivo Medico